Le imprese vantano un credito, nei confronti degli enti pubblici, enorme, ma ciò che stiamo cercando è una riforma strutturale, che possa prima di tutto esemplificare i processi burocratici che hanno determinato il blocco di migliaia di cantieri con la dilatazione sproporzionata dei tempi. Lo sviluppo del settore delle costruzioni, non soltanto viene afflitto dall'insufficiente stanziamento di risorse, ma anche dalla sovente impossibilità di spendere quelle disponibili.
“Sì è vero, oggi parliamo di crisi, ma porre l’accento solo sui nodi che hanno messo in ginocchio il comparto non è produttivo, se non vengono individuate le soluzioni.
Le imprese vantano un credito, nei confronti degli enti pubblici, enorme, ma ciò che stiamo cercando è una riforma strutturale, che possa prima di tutto esemplificare i processi burocratici che hanno determinato il blocco di migliaia di cantieri con la dilatazione sproporzionata dei tempi. Lo sviluppo del settore delle costruzioni, non soltanto viene afflitto dall'insufficiente stanziamento di risorse, ma anche dalla sovente impossibilità di spendere quelle disponibili.
Quali sono i progetti della Regione? Si rivelano misere le opere promosse dagli enti pubblici. E certamente la nostra attenzione non è rivolta esclusivamente alle grandi opere, ma anche alle medie e piccole iniziative edili.
E’ nostro obiettivo sbloccare le medie e piccole incompiute dell’edilizia che hanno cagionato l’arresto delle grandi opere. A causa della crisi che ci ha colpito – negli ultimi quattro anni la contrazione è stata complessivamente del 70 per cento per gli importi e del 65 per numero di gare – i grandi imprenditori di ieri, oggi sono per necessità, piccoli in attesa di poter risalire la china, a maggior ragione dunque sentiamo la necessità di puntare l’attenzione su questo settore.
Non guardiamo esclusivamente al pubblico, ma soffermiamoci anche sul privato. Perché non è mai partito il Piano Casa che avrebbe sicuramente incentivato l’edilizia privata?”