Palermo, 19 maggio 2021 – Con una nota inviata al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, alla viceministra Teresa Bellanova, al sottosegretario Giancarlo Cancelleri e al governatore Nello Musumeci anche nella sua veste di commissario straordinario per alcune opere strategiche, il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone, lancia l’allarme sul futuro delle imprese edili siciliane.
Infatti, l’improvviso caro-prezzi delle materie prime mette a rischio l’attuazione delle tre principali misure messe in campo per risollevare l’economia: il “Recovery Plan”, il Superbonus 110% e le Opere strategiche commissariate. E agli esponenti del governo nazionale Cutrone evidenzia anche il fenomeno generalizzato dei ribassi eccessivi nelle gare d’appalto, con l’appello ad adottare un metodo trasparente e non prevedibile di determinazione della soglia di anomalia, come quello già previsto in Sicilia dalla norma regionale che è stata impugnata dal governo Conte bis solo, però, sul piano formale e non sostanziale.
Cutrone evidenzia che “opere attese da decenni e talune ora commissariate, vengono poste in gara con megaappalti irraggiungibili per le ridotte dimensioni delle imprese locali. E le speculazioni internazionali in atto sulle materie prime – che hanno comportato aumenti di prezzo del 110% per l’acciaio, del 40% per il polietilene, del 34% per il petrolio, del 20% per il legno, del 17% per il rame, del 15% per il bitume e del 10% per il cemento – stanno compromettendo l’esecuzione degli appalti in corso con forti difficoltà per le imprese aggiudicatarie dei lavori ma, soprattutto, rischiano di rendere insufficienti le risorse stanziate nel ‘Recovery Plan’ per la realizzazione delle infrastrutture”.
“Nello stesso tempo – denuncia Cutrone – molti condomìni e famiglie che intendono eseguire ristrutturazioni avvalendosi del Superbonus 110%, si stanno vedendo costretti a non realizzare parte delle opere programmate, o addirittura a rinunciare del tutto ai lavori, perché l’aumento delle materie prime supera di gran lunga il limite imposto dall’Agenzia delle Entrate per l’accesso al credito fiscale”.
Di conseguenza, Cutrone chiede, da un lato, che “le grandi opere strategiche vengano appaltate in lotti di importo non superiore ai 100 milioni di euro ciascuno, in modo da consentire la partecipazione alle gare anche alle imprese locali dell’Isola”; e, dall’altro lato, invita “il ministro Giovannini, la viceministra Bellanova, il sottosegretario Cancelleri e il governatore Musumeci, ciascuno per la propria competenza, a tenere conto del caro-prezzi, sia sostenendo l’emendamento al Dl ‘Sostegni bis’ suggerito da Ance nazionale che mira a salvaguardare i contratti in corso adeguando i prezzi alle novità del mercato, sia prevedendo, soprattutto in Sicilia, un adeguamento specifico del prezziario nella fase della programmazione dei fondi europei e nazionali di prossima attivazione”.
“E a tutti – conclude Cutrone – chiedo di intervenire anche a livello europeo, per contrastare le spinte speculative e la corsa agli accaparramenti e per incrementare il recupero dei rottami che serve ad aumentare la disponibilità di materiali e a calmierarne i prezzi. Altrimenti di questo passo si andrà verso una generalizzata indisponibilità di materie prime indispensabili per la vita quotidiana di ogni cittadino”.